PREMESSA
Due le note da premèttere a' "frantumi" ke sèguono. La primiera di caràttere musicale. La seconda, d'una minor rilevanza, di caràttere linguìstico-lessicale.
Circa la primiera si noterà ke li frantumi di mùsica son accompagnati da altri frantumi di segno estètico-musicale e "parafilosòfico", e da riflessioncelle, ke, tutti, in qualche maniera ed in vario grado, ànno a ke fare col linguaggio de' suoni e con le sue costruzioni astratte ed astraenti. Non si pole negar punto la sostanza rapsòdica, e sintètica, e volàtile, de' detti frantumi, sibbene dal loro ideale insieme affiòrino, con insistenza pari ad impertinenza, taluni fili rossi, o motivi centrali svolti in forma càrsica. Ad esempio, il concetto della crisi musicale nella civiltà occidentale, che, secondo il nostro verecondo giudizio, principia da l'inizio d'el sècolo dècimo nono e precìpita 'n el Novecento: sino a sfiorare il bàratro d'el silenzio e la netta frattura fra gusto de' musicisti e gusto d'el pùbblico. Ancora: il primato europeo e lo sfolgorìo geniale di due operisti italiani quali Gaspare Spontini e Luigi Cherubini, nonché la vetta assoluta del teatro in mùsica italiano costituita da l'òpera di Gioachino Rossini. Per contra, un ridimensionamento dell'arte di Giuseppe Verdi, la cui fama trae alimento anche, e sovr'a tutto, da motivi extramusicali e da una musicalità "plebea". Non diversamente da l'anàlisi de l'interpreti, tra i quali ottèngono qui la palma della vittoria Wilhelm Furtwaengler, Bruno Walter e Herbert von Karajan per la direzione d'orchestra, mentre la figura d'Arturo Toscani è ricondotta a più realìstica cifra, per cause non molto diverse da quelle surriferite a Verdi.
Come ad accompagnare, sostenere, contrappuntare li frantumi di caràttere musicale, stanno li frantumi di cifra estètica e parafilosòfica: momenti rapsòdici di una concezioncella della vita e dell'èssere umano che sarebbe eccessivo definire ottimìstica: siccome l'esperienza mostra, e la realtà insegna: e l'uomo sconta. Altri frantumi in oltre scìvolano nella più vilesca annotazione di costume e di crònica.
La nota di caràttere lessicale fa riferimento a l'impiego di una miscellanea di tèrmini tratti da vari dialetti italiani (compresi quelli della Corsica, dell'Istria e del Canton Ticino), da scrittori che s'estèndono dai trecenteschi ai moderni, e da frantumi di lingue straniere (nederlandese, francese, spagnuolo, inglese, tedesco, gaèlico, afrikaans, norvegese etc...) e di latino. Sono stati assunti altresì modi e forme dell'attuale scrittura sintetica usata dai giovani per comunicare su muri, cellulari, computers, etc.... Per di più, la detta miscellanea è applicata anche al rapporto tra aggettivo e sostantivo, tra artìcolo e sostantivo, etc. per cui il primo puote essere, poniamo, d'orìgine napolitana ed il secondo danese. Il resultato è una lingua (se così è ancor lècito definirla) debordante d'anacoluti e d'altre figure rettoriche di parole, di concetti e di costrutto (1); una lingua assolutamente artifiziale ed irreale: e, sovr'a tutto, molto spesso irritante non meno che intricata. Ma non troppo ingiustificata, se dessa à da esprìmere li contenuti e l'accidenti della mùsica: ke son notoriamente assai irreali ed artifiziali. Le numerosissime note a pie' di pagina comprendono, oltre alla traduzione de' termini in lingua straniera o dialettale, frequenti, disparati e divaganti accenni di carattere storico, geografico, mitologico, culinario, autobiografico, etc....
Al lettore ed alla lettrice, tanto amàbili quanto improbàbili, l'autorello ardisce inchinar con reverenza la fronte e sollevare con divozione lu core.
(E. C.)
(1) anafora, antistrofe, epanalessi, asindeto, zeugma, antitesi, omoteleuto, paranomasia, apostrofe, prolessi, aposiopesi, iperbato, sillessi....
